


Ya tin to' significa in lingua maya kaqchikel "io mi prendo cura di te" ed è il nome del poliambulatorio dove ho vissuto nei giorni precedenti un'esperienza indimenticabile. Avevo già partecipato a delle giornate mediche, perché con il Lions club e l'università mariano galvez, quando ho vissuto qui dieci anni fa, ne avevamo organizzate, ma niente a che vedere con quello che ha rappresentato per me questa breve ma intensa esperienza. Il gruppo di volontari con cui ho collaborato, provenienti soprattutto dall'Italia ma anche dal Guatemala stesso e dal Messico, sono diventati una famiglia nel giro di poche ore. E' incredibile come ci si riconosce e ci si conosce velocemente se quello che ti anima e' voglia di aiutare, un sentimento puro e spontaneo. C'erano chirurgo, cardiologo, ginecologa, pediatra, un'altra dentista, internista, infermiere, tante volontarie di supporto che fungevano da cambusiere o farmaciste e un prete "autospretizzato" ( una persona che almeno un po' mi ha fatto fare pace con la religione cattolica, anche se lui si è' allontanato dalla chiesa)...un gruppo assortito eppure pareva di stare assieme da sempre, abbiamo fatto comunità ed è stato meraviglioso. In un posto sperdutissimo a Circa 50 km dalla capitale sorge questa "missione" che è diventata il centro nevralgico di tutto il villaggio. Li 15 anni fa non c'era nulla, solo qualche capanna sperduta di famiglie che fabbricano i fuochi d'artificio a mano (dentro "casa", senza nessuna formazione, senza nessuna protezione), i volontari dell'associazione "sulla strada"
www.sullastradaonlus.comhanno creato una scuola elementare, una scuola media (solo il sabato), un laboratorio di cucito per le donne, un progetto di sviluppo agricolo per dare lavoro, e soprattutto un poliambulatorio, oltre ad aver riabilitato un ospedale non molto lontano. Ogni anno dall'Italia parte un gruppo di volontari per dar vita alle settimane di attenzione medica gratuita presso il poliambulatorio ed addirittura di operazioni chirurgiche (che ognuno paga per quello che può)presso l'ospedale.
Io ho potuto dare disponibilità solo per tre giornate, a causa dei bimbi che Dany da solo faceva fatica a gestire (soprattutto per via dei compiti di scuola!!) e per via anche della stanchezza legata all'ormai ottavo mese di gravidanza.
Mi è sembrato di tornare ai tempi dei tanto amati campi scout, perché proprio come allora si è vissuto in sobrietà, dormendo tutti assieme, condividendo il cibo, i momenti di svago ( a suon di schitarrate di cantautori italiani)e anche le "corvée" quotidiane: lavare i piatti, riordinare...
Mi mancavano i miei bimbi, però vedere egli occhi e nei sorrisi la riconoscenza delle persone semplici al mio lavoro mi ha ripagata di tutto in un secondo. Sicuramente non riesco ad esprimere a parole quello che ho sentito, so solo che mi porterò nel cuore questa sensazione a lungo e farò di tutto per riviverla l'anno prossimo. E se non ci riesco a parole, spero che le foto mi aiutino a trasmettervi la sensazione di essere li, in quel pezzo di mondo che sembra dimenticato, dove animali e persone si mischiano nella polvere, dove sembra che il domani sia più lontano e più confuso, dove i bambini alla mattina prestissimo, con il sole che ancora non spunta, si incamminano verso la scuola felici, perché significa un giorno di lavoro evitato e un pasto sicuro, ma soprattutto una speranza in poter ambire a qualche cosa di diverso...
Debora sei disponibile per un'intervista su blab o hangout per un programmino sugli Italiani all'estero? Giorgio fb Giorgio Tosi Bustoweb Grazie
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