Comunque, siamo partiti stretti stretti nella nostra jeep, sommersi di sacchettini di caramelle e dolcetti appiccicosi che erano fermentati in macchina da qualche giorno (bottino di premi dati dalle maestre e pinata di compleanno...vi racconterò anche delle pinatas), in una giornata particolarmente calda e soleggiata. parecchi sbalzi dopo, siamo arrivati. siccome immancabilmente, appena si accenna ad arrivare e ci si mette a cercare parcheggio, scoppia la fame/la pipì/la sete, non ci siamo nemmeno fermato a la Antigua, e abbiamo proseguito verso una frazione chiamata San felipe, un po' meno turistica, per spendere meno. ero già pronta a scendere dalla macchina, al volo acchiappare i due nani e dirigermi verso il primo locale e senza salutare condurli al bagno evitando quindi un cambio di mutande in mezzo alla strada (e così presto...ancora tutta la giornata davanti e avremmo esaurito subito l'unico paio di ricambio!), ma sono stata colta in contropiede da un gruppetto di folcloristici omini e donnine che mi tiravano per la maglia dicendo "signoraaaaaa!oggi abbiamo ammazzato tre galline ne resta solo unaaaaa!" "signoraaaaa! noi oggi ne abbiamo messe in pentola venti ma erano troppo bhone ne restano dueee!" e via sciorinando tutto il menù a base di gallina. Invitante, soprattutto se hai scongiurato il pericolo di vomitare ogni curva e scossone della strada. Ci siamo lasciati trascinare dal più convincente, tanto fra loro i vari comedor non avevano molte differenze: appena ti siedi ti servono una tazza di brodo di gallina fumante, che tu lo voglia o no, poi vengono a prendere l'ordinazione, e allenati da anni di malintesi con gli avventori, ti porgono un pratico foglietto che sembra un test della patente a crocette: stufato di gallina? piccante? accompagnato da fagioli? accompagnato da tamales? e così via.
noi per stare leggeri abbiamo ordinato uno stufato (molto stufato, più o meno 8 ore di cottura) di pollo con una salsa a cui l'unica cosa che manca è il lucido da scarpe, per il resto c'è dentro cotto tutto lo scibile umano, e i bambini, che devono mangiare cose adatte a loro, salsicce piccanti fritte. Siccome come dicono qui, barriga llena corazon contento, cioè pancia piena cuore contento, consumato il nostro frugale pasto eravamo molto di buonumore, tanto da decidere di farci un giretto per san felipe. giusto per assistere ad una deliziosa coppietta che si sbaciucchiava in piazza circondata da una banda di 7 elementi che cantava la serenata. ma certo, come no, anche mio marito mi fa sempre delle dimostrazioni di affetto così.
risaliti in macchina, stavolta sì andiamo a La Antigua.
breve cenno storico: La Antigua era la capitale di tutto il centroamerica durante la colonizzazione spagnola, il centroamerica si chiamava Guatemala dal messico fino alla costa rica, era una metropoli, poi dopo vari terremoti e catastrofi varie è stata abbandonata ora è patrimonio dell'unesco e sede della bella vita di tutti gli hippies americani e spagnoli che fingono di venire a imparare lo spagnolo (ci sono scuole di lingua ogni tre passi) in realtà si dedicano a ben altre attività ludiche. Risulta quindi che la Antigua è abitata per metà da gringos e l'altra metà da indigeni kakchiquel che hanno imparato benissimo a sfruttare i gringos.
se provi a fare una foto ad un'indigena, così bella e caratteristica con tutti quei colori dei loro trajes e guipiles, non ti sorprendere se quella si mette in posa, poi ti si avvicina e pretende almeno 10 quetzales di diritti d'immagine. io queste foto ovviamente le ho fate a tradimento, o probabilmente se qualcuno dei soggetti se n'è accorto mi avrà tirato dietro il malocchio. ma tanto, tra le tante cose che mi capitano, non noterei la differenza!
oltre alle scuole di lingue, il commercio è un'attività molto florida a La Antigua: si vendono iguane finte, dolci per ammazzare anche i non diabetici dai nomi evocativi ("gambette di latte" "bottigliette di miele" "false uova"), polveri magiche per diventare un uomo che non deve chiedere mai, per avere soldi, per sedurre chiunque, statue e kit di devozione del santo più pio del mondo, "mashimon" o san simone, raffigurato con una sigaretta accesa e una bottiglia di liquore e che, chiamalo scemo, accetta come offerte votive solo sigari o bottiglie di alcolici, maschere spaventose, vestiti tipici per sentirsi indios (competi di sandali cappello e machete), gioielli di giada, piante di orchidee appena sradicate nella foresta, da ripiantare in giardino (lo confesso, ne ho comprata una, l'ho messa all'ombra e la venero chiedendole di sopravvivere e fiorie, ma so che mi abbandonerà), giri a cavallo, cavalli, galline, braccialetti, reperti maya appena trafugati, flauti in legno.
A La Antigua oltre ad ammirare una vera città coloniale rimasta tale dal 1500 (con le comodissime strade di ciottoli) si possono ammirare le chiese e gli strafanti che contengono. non mi veniva un altro termine, ma praticamente degli immensi scenari di legno e metallo di tonnellate di peso con scene di vita dei santi o della via crucis che dei poveracci si portano in spalla durante la settimana santa, camminando su dei bellissimi tappeti di fiori ( e quelli ve li farò vedere appunto allora) che vengono barbaramente calpestati liberando un profumo fortissimo.
A la Antigua capita di finire in mezzo ad un matrimonio che doveva cominciare alle 3, gli invitati riempiono la chiesa dalle 4, e alle 5 nè lo sposo nè la sposa sono ancora arrivati.
A la Antigua capita di constatare che i ragazzi americani magari in patria rispettano il divieto di bere alcolici fino ai 21 anni e fingono anche di crederlo giusto, ma fuori dagli USA reggono l'alcool malissimo e stanno anche una giornata intera nei bar incoscienti, mentre gli indigeni che lavorano lì li guardano con un misto di pena e dubbio, sul perchè un ragazzetto biondo viziato possa permettersi di buttare via in una sera quello che loro guadagnano in un mese.
A la antigua capita di trovarti dei concerti di marimba per strada, e che non ci sia nemmeno il cappello dove mettere le offerte.
Da la antigua organizzano dei tour sui vulcani con varie guide, che possono avere dai 5 ai 12 anni, e si caricano del tuo zaino e anche di te se non ce la fai a camminare, e ti fanno vedere dei panorami mozzafiato.
A la Antigua capita di accorgersi che alla fine tutto il mondo è paese, per sentirmi a casa mi manca solo qualcuno vestito da centurione che mi vende una statuetta del colosseo.
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