ciao a tutti! scusate sono stata un po' latitante...non mi sono già stufata di scrivere anzi!e non sono nemmeno a corto di materiale, perchè davvero ne capitano tutti i giorni che mi lasciano a bocca a aperta a pensare "ma che davveroooo?". se avessi la possibilità di mettermi a scrivere subito quello che capita, credo ne uscirebbe un libro in capo a un mese.
comunque, torniamo al topic di oggi. "la terminal" è un posto diciamo pure affascinante. è una specie di mercato, una specie di piazza del commercio, ovviamente ambientata qui, quindi in soldoni è: un posto molto pericoloso dove si concludono buonissimi affari e dove altrettanto frequentemente vieni fregato. Il fatto di essere bionda o perlomeno castana e non possedere le fattezze tipiche del luogo (tarchiatella, naso ampio, fronte schiacciata, occhi enormi e neri, pelle parecchio abbronzata, come direbbe mister B) predispone parecchio alla seconda opzione, cioè il fatto di essere fregata senza pietà e per di più derubata.
non so chi mi abbia messo il tarlo nel cervello di andarci, forse Olga che me ne decantava le meraviglie "vendono tuuuuuuttti i tipi di aggeggi di plastica prodotti!di tutte le fattezze!" "ci sono tutti i tipi di verdure e frutta sulla faccia della terra!" "costa tutto pochissimo!" o forse il fatto che nella vita, queste esperienze borderline, almeno una volta bisogna farle, o forse il fatto che fondamentalemente sono una svitata a cui piace complicarsi la vita, fatto sta che ieri, approfittando della necessità di andare all'ufficio immigrazione (a proposito: sono ufficialmente dotata di permesso di soggiorno illimitato...yeah! sono un'immigrata regolare! sono soddisfazioni) che dista poco da questa "terminal", sono riuscita a convincere il riluttante daniel a scaricare me e Olga nei pressi di questo luogo incantato, mentre lui (che in posti del genere non ci mette piede nemmeno sotto tortura, e più le cose sono folcloriche più le aborre) avrebbe fatto qualche giro in macchina. non perchè avese voglia di farsi un giro, semplicemente perchè per lui anche solo il parcheggiare la macchina lì era equivalente ad un gesto ad alto rischio. e mi duole ammetterlo, ma ha ragione.
smontiamo dalla macchina allegre ed entusiaste, ci diamo appuntamento in mezz'ora con daniel, e partiamo alla scoperta delle strade che compongono la terminal. non avevo specificato che avendo capito che il luogo non era proprio propenso alla passeggiatina di due ragazzuole spensierate, mi ero preparata come segue: rimossi tutti gli orecchini, braccialetti, anelli, catenine; vestita come una stracciona ma senza tasche, che avrebbero richiamato l'attenzione (c'è un portafogli dentro?), lasciata la borsa in auto, infilati soldi a casaccio nei più reconditi anfratti del maglione,dei calzini e delle mutande. direte voi...perchè? perchè se li nascondevo tutti nello stesso posto rischiavo di estrarli tutti al momento di pagare una cosa, rivelando la mia "ricchezza" e probabilmente seminandone la metà tra le merci, e poi perchè se mi avessero cercato di derubare, la cosa più probabile è che mi avrebbero sottratto i soldi da solo un nascondiglio. ora lo so, vi ho lasciato a bocca aperta perchè da cotanta svitata non vi aspettavate una mossa così astuta!
insomma siamo smontate da sta macchina con il primo obiettivo: acquistare la frutta e la verdura per la settimana. secondo obiettivo: acquistare la carne per la settimana e le uova (una sessantina!!). ultimo obiettivo: cazzeggiare e comprare qualcosa che ci piacesse.
vi anticipo subito, svelando il colpo di scena, che non siamo riusciti a completare nessuno dei tre obiettivi. la frutta e la verdura, qualcosa abbiamo comprato, ma poichè qui sono dei geni e tutti i venditori di banane sono concentrati nella stessa strada, tutti i venditori di pomodori idem, il necessario per la settimana di vegetali eraa distribuito su una superficie quadrata di circa 300 metri, e in mezz'ora è molto difficile individuare la merce migliore, litigare con il proprietario perchè non mi applichi la tariffa "straniero deficiente" che equivale a circa il doppio di quella "massaia che si crede di essere furba" e circa 4 volte di quella "signora indigena che va al mercato per sostentamento della famiglia e ha i quetzales contati". penso comunque di aver spuntato una tariffa intermedia, tipo "gringa che si crede integrata e crede di aver capito come funziona qui, e quindi mi fa un po' di simpatia ma la frego lo stesso". anche perchè devo dire la signora olga che mi accompagnava non è proprio un falco, le avevo chiesto di intercedere per me con i commercianti in maniera discreta (tipo io nascosta una decina di metri più in là e lei che faceva finta di comprare per sè) ma ogni volta che chiedeva una cosa poi si girava verso di me e urlava "dice che l'uva costerebbe 17 quetzales la libbra ma le fa un prezzo speciale di 15!". e la mia copertura andava a farsi friggere. La carne e le uova non ci siamo azzardate a comprarle, perchè l'ambiente non sembrava dei più salubri. forse in una favelas del brasile ci sarebbero stati parenti dei batteri presenti nella carne appesa nelle macellerie della terminal. per terra c'era qualsiasi tipo di spazzatura possibile, organica e non organica, e anche camminare non era un'esperienza piacevole. meno male che per una volta, invece di fare la turista hippie che sfida i 15 gradi con abbigliamento da spiaggia, non mi sono messa i miei infradito ma delle scarpe chiuse.
il cazzeggio è sembrato subito un'idea balzana perchè sapevamo che cercando la frutta e la verdura avevamo bruciato già la maggior parte della nostra mezz'ora, e siccome dany sarebbe passato a recuperarci e avrebbe preteso che salissimo in macchina in venti secondi, era evidente che perdere tempo a fare shopping non era un'opzione. oltretutto qui hanno la simpatica usanza, come nei mercati arabi, di tirarti per un braccio per farti comprare da loro. ho subito numerose molestie verbali, per cui credo resterò a lungo scossa, perchè mi sono sentita dire non solo da ragazzini ma anche da vecchie incartapecorite " vieni amore, prenditi tutto quello che ho" "ehi biondina cosa mi porti via oggi?" "dolcezza, ti piace la banana? io ho quella più dolce" "tesorino non lasciarmi qui tutto solo con tutti i broccoli, portane via almeno uno". oltretutto in Guatemala il doppio senso è dietro l'angolo e lo sport nazionale più praticato, ma io ancora no li afferro tutti (beh ma credo che quello della foto lo avrete capito anche voi) quindi non sono sicura che non si stessero facendo delle grasse risate alle mie spalle.
tuttavia, ho buttato l'occhio su un magazzino che vende solo articoli natalizi (e non dico solo a dicembre, ma tutto l'anno!) e ho pensato che fosse un affaraccio comprare l'albero di natale e tutti gli addobbi il 4 novembre, perchè sicuramente siamo fuori stagione. Mi sbagliavo: qui la stagione valida per pensare al natale comincia ad ottobre, quindi sono riuscita a beccare in pieno i prezzi dell' "alta stagione".
non aggiungerei altro, vi lascio all'immagine di due pazze che corrono dietro ad un'auto guidata da un uomo alquanto spaventato ma anche alquanto arrabbiato perchè la mezz'ora è diventata un'ora, con in braccio una ventina di sacchettini di plastica, un sacco alto un metro pieno di addobbi natalizi, e un albero di 1 metro e ottanta non smontato.
assolutamente off-topic: lunedì mi hanno fatto un'itervista a radio stonata, se vi va di sentire quante stupidaggini sono riuscita a dire in venti minuti scarsi, questo è il link!
intervista radio stonata
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