

il mese di settembre, nei paesi dell'america latina, è un mese molto occupato. A turno, un giorno dopo l'altro, tutti i paesi festeggiano la loro indipendenza dalla spagna. Adesso non chiedetemi se sia capitato tutto nello stesso anno, però se così fosse stato, poveri reali di spagna, non vorrei essere stata nei loro panni!!Il brasile la ricorda il 7 settembre, guatemala, honduras, nicaragua, el salvador, costa rica la festeggiano il 15 settembre (è avvenuta nel 1821, sono stati più vecchi della nostra Italia!!), il Messico il 16, chile il 18. Qui con le celebrazioni non scherzano mica: a scuola realizzano altari della patria (per esempio nella scuola di mio figlio Javier ogni classe doveva farlo relativamente ad una regione specifica del Guatemala) con i simboli patriottici, oggettistica varia, cartelloni, e ogni bambino deve contribuire; a parte si partecipa ad una sfilata, in alta uniforme di gala (persino quella, c'hanno!!)oppure con gli abiti tipici indigeni (no, tranquilli, non si tratta del modello nudo con un quadratino di stoffa sulle parti intime e un copricapo piumato, bensì la versione aggiornata più coperta, con stoffe coloratissime tessute a mano e che costano un occhio della testa), in cui è presente minimo una banda, le majorettes, la mascotte della scuola...Anche certe aziende fanno la loro sfilata per le vie della città, quindi in quei giorni può capitare di uscire in macchina e restare bloccati fra due sfilate. Ovunque sventolano bandiere, alla radio è trasmesso l'inno in versione integrale (12 strofe!),

e in più c'è la tradizionale corsa delle fiaccole: giorni prima partono da ogni città, villaggio o semplicemente quartiere/comunità/frazione dei gruppi di ragazzi a piedi, seguiti da una macchina, da un pick up o da una moto se gli va male, e corrono fino alla capitale, nella piazza dell'obelisco, dove è accesa tutto l'anno la fiamma dell'indipendenza. lì accendono la loro torcia e tornano indientro, per andare ad accendere la torcia nel luogo d'origine. La gente per strada fa il tifo, le auto strombazzano quando li vedono passare ( e ne vedi passare anche una ventina al giorno), c'è persino chi tira cibo confezionato o sacchettini di plastica pieni d'acqua che i corridori afferrino al volo per rifocillarsi. a proposito di quest'usanza, dieci anni fa con la mia proverbiale fortuna ho incrociato una di queste staffette in macchina mentre viaggiavo libera e felice a finestrini abbassati, con i capelli al vento. ovviamente i sacchettini d'acqua lanciati dal pubblico sono entrati nell'abitacolo della nostra auto e mi sono esplosi sulla faccia. Una goduria.

la celebrazione della festa dell'indipendenza nelle scuole dei miei pargoli è stata anticipata di una settimana, perchè la banda più quotata della città era occupata e già prenotata da altre scuole e quindi ci sono toccate due giornate di seguito di sfilate, discorsi pubblici, saluti alla bandiera, marcette e via dicendo.


la cosa che più mi ha colpito è che qui a nessuno sembra melenso baciare la bandiera, o tenere la mano sul cuore cantando a squarciagola l'inno, o a nessuno sembra esageratamente nazionalista far ripetere a memoria ai bimbi i simboli patri (mia figlia a quattro anni ogni tanto ci snocciola "La ceiba, el escudo, el quetzal,la bandera, la monja blanca, la marimba"), insegnargli tutto l'inno anche se non ne capiscono per il momento nemmeno una parola. Qui si è sicuri che un bambino che sa queste cose non potrà mai essere un cattivo cittadino, che non ama e rispetta il proprio paese. Se da un lato vedendoli sfilare mi è tornata in mente la gioventù balilla e mi è sembrato di cattivo gusto, dall'altro ho pensato che un po' di spirito patriottico in più inculcato sin da bambini non ci farebbe male...forse ci renderebbe italiani più responsabili, Perchè nel nostro inno così come in quelli degli altri paesi sono racchiuse le sofferenze che hanno portato all'unità, e ricordandocelo magari non ci verrebbe in mente di disfare quello che dei giovani sognatori hanno fatto a costo della vita appena 150 anni fa. e chissà, con un pochino di amore in più per la propria nazione, non si considererebbe solo una perdita di tempo andare a votare, ma un dovere scegliere a chi mettere in mano le sorti del paese. e chissà, magari non ci verrebbe in mente tanto a cuor leggero di andarcene lontano lontano, dove non si trova un caffè espresso decente o un pezzo di parmigiano degno del suo nome...


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