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giovedì 31 luglio 2014

il buongiorno si vede dal mattino







per dare un'idea del posto in cui sono capitata, sicuramente aiuta sapere che:
- per ogni abitante, nella capitale, ci sono tre alberi. Il che significa che per andare da un posto all'altro in città attraversi anche delle vere foreste, cosa piacevolissima da un lato, poco pratica dall'altro.
- se compi gli anni, le persone che ti vogliono bene ( ma davvero bene!!) ti svegliano dolcemente facendo scoppiare dei petardi sul portone di metallo di casa tua. poi se non sei morto d'infarto, intonano tutti assieme una simpatica melodia, "las mananitas", che vi consiglio di ascoltare qui
Prima volta che ho saputo di questa usanza, ero arrivata la notte anteriore in guatemala, ed ero assieme ad un'altra ragazza italiana. Prima di partire ci era stato detto che la guerra civile si era conclusa nel '96, ma che ancora ogni tanto qualche guerrillero faceva parlare di sè. Voi cosa avreste pensato alle 5 del mattino, stordite dal jet lag, sentendo una serie di petardi esplodere?
-La puntualità è un'opinione. Dato che tutto è volontà di Dio, se decidiamo di vederci alle tre del pomeriggio, "se Dio vuole" (primero Dios) ci vedremo, ma certamente saranno circa le 5. non ha senso arrabbiarsi, come puoi scagliarti contro la volontà di Dio? Sul fatto che la gente sia ritardataria secondo me incidono altri fattori (tipo un traffico spaventoso) ma non azzardatevi a dirlo ad un guatemalteco.
-la colazione è il pasto più importante della giornata. lo dicono sempre i nutrizionisti, ma non so se intendono esattamente quello che per un guatemalteco rappresenta una colazione.
loro hanno assorbito usanze nordamericane e in più ci hanno messo del loro, perciò non vi alzerete da tavola se non avete ingerito almeno un migliaio di calorie. quello che ci vuole per partire con sprint!
frullato con avena cotta, 3-4 uova, fagioli, salsicce, pane tostato, biscotti che non è possibile intingere nel latte perchè sono di dimensioni superiori alla tazza, platanos fritti, panna acida, cereali, caffè lungo
- straniero è bello. se venite da un altro paese, siete sicuramente più intelligenti/più preparati/più qualificati. ti stendono un tappeto rosso, che tu venga dal nordafrica o dagli States. capita di vedere fabbriche piene di guatemaltechi sfruttati  e assiepati e il titolare è cinese!
- esistono le classi sociali. Gli indios, nemmeno a immaginarlo, sono quella più bassa. "non a caso" gli si ripete "gli spagnoli ci hanno conquistato e colonizzato". perchè qui INDIO è sinonimo di ottuso, ingenuo, incapace. E mi tocca dare ragione a questo preconcetto molto spesso...
Una volta abbiamo comprato dei pulcini (non vi sto neanche a spiegare bene il perchè, ma il fatto è che mio marito sogna di fare l'allevatore e ogni tanto ci prova) e li abbiamo affidati alla famiglia di indigeni che aveva occupato il nostro terreno (anche questa cosa dell'occupazione dei terreni è un'usanza radicata). di mille, il giorno dopo ne erano morti un centinaio, di sete. A loro non era venuto in mente, visto che non non l'avevamo specificato, di mettergli dell'acqua. Fattogli notare, al terzo giorno ne erano sopravvissuti meno della metà. Per bere, avevano messo dei secchi d'acqua. i pulcini si sporgevano per bere, ci cadevano dentro, e affogavano. al quarto giorno, sui superstiti, hanno sputacchiato del peperoncino masticato per allontanare il malocchio che li stava colpendo.

detto questo, spero vi siate fatti un'idea. Adesso non mi resta che raccontarvi tutto quello che è accaduto fino ad oggi. ma ci vorranno parecchi post. Vado a preparare la colazione, adesso, e mi ci vorrà minimo un'ora!!

mercoledì 30 luglio 2014

tutto è cominciato...

Beh dato che uno si può domandare: "ma come ci siete finiti lì, dall'altra parte dell'oceano?", probabilmente bisogna spiegare un pochino l'antefatto. Tutto è cominciato quando, nell'agosto del 2002, Dany mi ha chiesto "ehi, vuoi essere la mia fidanzata?"  al che invece di rispondere "siiii" con entusiasmo, come lui si aspettava, io ho ribattuto con un altra domanda: "ma POI...come facciamo?"
e li per lì, presa dall'emozione del momento che poi si traduceva in un'estrema ingenuità e stupidaggine, mi sono accontentata del suo "staremo un po' da te, e un po' da me!"

Adesso so che era una grossa, anzi enorme, direi pazzesca, CAVOLATA.
non si può vivere "un po' qui e un po' lì", anche perchè non stiamo parlando che so, di alternarsi tra Milano e Roma, ma di avere un piede in Italia e uno giusto 8000km più in là, dall'altra parte dell'oceano, in Guatemala. Una gigantesca spaccata, insomma, che credo nemmeno Nureyev potrebbe realizzare...

E prima tre mesi in Italia, poi uno in Guatemala, poi parecchi mesi separati, poi tre anni in Guatemala, nove in Italia, e adesso eccoci di nuovo qua in Guatemala.
Si perchè alla fine ho dovuto cedere io. Ma come si fa a competere con l'amor patrio di uno che se vede il cielo bianco e azzurro, gli esce una lacrimuccia pensando ai colori della sua bandiera?  con uno che è stato tirato su a pane e nazionalismo fin dalla scuola materna? con uno che vinceva i concorsi di oratoria alle elementari e allora ogni mattina, a scuola, prima dell'alzabandiera, decantava il saluto all'amata bandiera davanti a tutto l'istituto senza nemmeno uno straccio di canovaccio? Non c'è partita, perchè io amo il mio Paese, ma al massimo canto l'inno ai mondiali, e la bandiera l'ultima volta l'ho tirata fuori solo il 2 giugno per protesta contro la Lega. un patriottismo mordi e fuggi, insomma.
Quello che amo di più del mio Paese è l'idea di una famiglia mista, però unita, e questo richiede davvero un sacco di sforzo. Ed eccoci qua, ci siamo trasferiti dove sembra potremmo stare finalmente tutti assieme, senza patemi d'animo eccessivi da parte di nessuno (beh vedremo, io l'ultima volta che ho vissuto qui ricordo di aver avuto sogni ricorrenti su pacchi giganti di biscotti mulino bianco, perchè mi mancava tremendamente la tipica colazione italiana!).