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venerdì 26 settembre 2014

happy birthday!!

sabato 13 settembre abbiamo festeggiato la prima cosa da quando siamo arrivati. Il compleanno di Blanca. le settimane prima siamo entrati in panico perchè era ovvio che si dovesse fare una festicciola, visto che al fratello in Italia a maggio abbiamo praticamente fatto un ricevimento di nozze, ma il piccolo problema è: chi invitiamo? Blanca infatti, che è una bambina socievolissima quanto un cactus, a scuola non ne voleva sapere degli altri bambini, per il semplice fatto che parlassero spagnolo, quindi dopo un mese di frequentazione eravamo riusciti a scoprire solo che in classe sua ci fosse una certa "Iguana leu", a quanto pare l'unica degna di avvicinarsi a lei e giocare con lei (in quale lingua, lo ignoro). Va detto anche che qui i compleanni sono davvero degli eventi, con un preciso galateo e un preciso svolgimento. Proverò a darvene un'idea.

- gli invitati: minimo 30, obbligatorio invito scritto.
- la location: ma quale festicciola nel salotto di casa!! qui esistono gli "alqui-fiestas" cioè saloni attrezzati da affittare per le proprie feste. anche in Italia si stanno cominciando a diffondere (forse perchè le mamme sono stufe di avere bimbi urlanti per casa che incollano le caccole sul bracciolo del divano e appiccicano la mozzarella della pizza sul muro), ma qui è una cosa esistente da tanti anni, professionalissima. Esiste l'alqui-fiesta in praticamente qualsiasi locale (dal cinema alla parrucchiera, dal ristorante alla piscina, e persino la scuola). Si ha diritto alla sala, all'assistenza (aiutano ad addobbare la sala, a ricevere gli invitati...), se si desidera pensano loro a musica palloncini vettovaglie e cibarie, all'animazione e persino a fare i buttafuori e cacciare gentilmente la gente quando la feste dovrebbe terminare.

- il tema: non esiste una festa senza un tema. personaggi dei cartoni animati, dei libri, ma anche cose da adulti (per esempio, una festa il cui tema è "oktoberfest"...vi lascio immaginare che non servissero tè e biscotti...), oppure si fa festa anche per un bimbo che ancora non è nato, e gli si fa un "baby shower" portando un sacco di regali che gli serviranno dopo, anche questo a tema (il tema può essere "il momento del bagnetto" "la pappa" "il cambio pannolino")
- la pinata (non ho la lettera giusta su questa tastiera ma dicesi PIGNATTA): un simpatico pupazzo di cartapesta e fil di ferro con al suo interno non meno di 5 kg di caramelle e sorpresine varie da colpire ripetutamente e violentemente bendati o meno con un palo di scopa agghindato a festa, mentre questo simpatico pupazzo viene fatto scorrere appeso su una corda da una estremità all'altra del salone, e quindi il divertimento è riuscire a colpirlo mentre il coso ciondola a destra e a sinistra, evitando gli invitati. ogni volta che il coso viene colpito, ne fuoriescono dolciumi, e tutti si lanciano a raccoglierli (mentre magari quello che stava colpendo la pinata ancora brandisce pericolosamente la sua arma). nella festa a tema oktoberfest la pinata era una bottiglia di birra di due metri di altezza! le pinatas si acquistano in una zona particolare della città, dove alla faccia della concorrenza tutti i negozi, a pochi cm l'uno dall'altro, vendono le stesse cose, magari con fattezza diverse (potete trovare 100 versioni di topolino, di cui magari solo una gli assomiglia...non è che siano tutti artisti!)




- i regali: io ero abituata che i regali venissero consegnati nelle mani del festeggiato, questo aprisse e ringraziasse subito. cascasse il mondo!! qua i regali vengono adagiati all'entrata sull'apposito tavolo allestito, abbandonati là e a fine festa si portano a casa senza aprirli! si aprono a casa senza sentirsi obbligati a ringraziare nessuno. vi direte: ma perchè? beh c'è della saggezza anche in questo: se non avete portato un regalo, forse nessuno se ne accorgerà (solo il festeggiato a casa). se il vostro regalo fa schifo o siete stati molto tirchi, anche questa è una cosa che resterà segreta ( e forse anche al festeggiato, se non avete messo apposta un bigliettino o un'etichetta sul vostro regalo!)
- la torta: buddy the cake boss è il minimo a cui dovete rivolgervi per la torta.
- i regali/2: non solo gli invitati fanno al festeggiato i regali, ma il festeggiato deve regalare qualcosa agli invitati! come quando alla fine di un matrimonio si danno le bomboniere, qui alla fine della festa si salutano le persone consegnando una bustina con al suo interno un regalo che renda memorabile nei secoli dei secoli il compleanno, e anche un'altra dose di caramelle (nel caso non vi fosse già schizzata in alto la glicemia con quelle della pinata).

detto questo, avevamo deciso di fare il compleanno di Blanca allo zoo, ci siamo fatti spacciare sottobanco dalla maestra i nomi di tutti i suoi sconosciuti compagni di classe, e abbiamo organizzato la festa. L'animazione prevedeva la visita dello zoo e anche un incontro ravvicinato con alcuni animali, mentre una biologa dello zoo ci spiegava la categoria a cui apparteneva, di cosa si nutre, etc
Devo dire che a parte lo stress di non sapere chi venisse e soprattutto chi fossero le persone che arrivavano, poi tutto è andato bene. è stato un modo per stringere nuove amicizie e la nostra Blanca ha finalmente cominciato a vedere gli altri bimbi della sua classe come dei possibili compagni di giochi. Io, da iperattiva incontrollabile quale sono, non ho accettato che al cibo pensasse lo zoo (anche perchè aborro le schifezze, e qui alle feste di solito il menù è composto da patatine in sacchetto e big mac), perciò ho passato segregata in casa tre giorni a sfornare muffin e riempire tramezzini, ma è stato anche questo divertente...soprattutto nel vedere le facce degli invitati che non avevano mai mangiato un tramezzino in vita loro, o davanti al vassoio di cruditè che avevo messo a disposizione. però hanno spazzolato via tutto, quindi nessuno deve aver rimpianto i big mac.

Ci sono voluti altri due giorni poi per riprenderci dalla stanchezza della festa, e ora dobbiamo cominciare a pensare alla celebrazione del Natale!!

sabato 6 settembre 2014

per caso

Olga, come me, ha più di trent'anni. Come me, ama cucinare, odia stare con le mani in mano, è distratta ma molto precisa per quanto riguarda ordine e pulizia a casa, quasi maniaca. Esattamente come me non è proprio una silhouette, perciò si veste principalmente di nero, blu scuro, marrone. Ma per cinque mesi, Olga, è stata obbligata a vestirsi di arancione.
Sì perchè Olga, che da tre settimane vive a casa nostra, ed ormai è parte della nostra famiglia perchè è la nostra "muchacha" come dicono qui, o più correttamente la nostra "empleada" (la nostra impiegata, che poi sarebbe la governante!), è stata in carcere negli stati uniti, vicino a Los Angeles, da febbraio ai primi di luglio. Il crimine gravissimo di cui si è resa colpevole è l'aver tentato di attraversare la frontiera tra messico e stati uniti per rifarsi una vita, anzi per farsela proprio una vita, perchè senza lavoro vivere è proprio impossibile.
Olga proviene da una regione dell'ovest del guatemala, Totonicapàn, che è piena di montagne, foreste, boschi, fa freddino come da noi in trentino alto adige. A casa sua principalmente si coltivano fagioli, si allevano le mucche e le galline, ma non è che l'economia sia proprio rigogliosa come la flora. Mi fa crepare dalle risate quando sorride, perchè i suoi quattro incisivi superiori sono ricoperti d'oro, una sciccheria che deve esserle costata tutti i suoi risparmi. Olga lavora da quando ha 15 anni a servizio delle famiglie nelle città vicine al suo villaggio: lavava a mano, stendeva i panni, cucinava, puliva, stava dietro agli animali, ai bambini, faceva la spesa. Qualche anno fa è finalmente riuscita a fare un gran salto di qualità ed è stata assunta da una famiglia che vive nella capitale e quindi ha trovato almeno la lavatrice a renderle la vita più facile, non doveva dormire in una specie di capanna vicino alla casa della famiglia,  ma aveva la sua stanza dentro la casa. Poi dopo tre anni l'hanno licenziata, perchè non potevano più permettersi di pagarla (il suo stipendio è di ben 200 euro al mese!!), così Olga non avendo nessuno che la mantenesse ha deciso di raggiungere i suoi 9 fratelli ed emigrare negli stati uniti. anche i suoi fratelli sono partiti come lei, senza visto, e vivono ancora illegalmente negli states, in attesa dell'ultimo "condono" di Obama, che renderà cittadini americani tutti quelli che stanno lì anche illegalmente da prima del 2009. Olga non poteva nemmeno tornare a casa dai suoi genitori, perchè loro l'hanno regalata alla nonna quando aveva 4 anni, visto che in casa erano già in troppi, invece la nonna era sola.
Per riuscire ad entrare negli Stati uniti ci si deve rivolgere a delle "agenzie specializzate", praticamente dei mafiosi che si occupano anche di movimenti di droga. Si chiamano "coyotes", perchè come quei cani ululanti attraversano avanti e indietro il deserto dell'Arizona, solo che loro lo fanno conducendo uomini, donne e bambini disperati, e per farlo chiedono almeno 1600 euro (se fate due conti vedete che corrispondono a 8 mesi di lavoro!) e il successo non è assicurato.
i possibili risultati dell'operazione attraversamento frontiera sono:
- il poveraccio ce la fa, arriva stremato alla prima località abitata, qualche connazionale o comunque "latino" lo ospita a casa sua, si cerca un lavoro senza documenti (nel macello, lavando auto, facendo le pulizie, il muratore, il manovale, qualcosa di molto molto illegale) e deve vivere nel terrore di essere beccato dalla polizia per sempre, non può nemmeno affittare una casa o comprare un'assicurazione medica. e senza assicurazione medica, puoi davvero morire in mezzo alla strada.
- il poveraccio non ce la fa, e muore di stenti nel deserto (perchè si è perso, perchè fa troppo caldo e si disidrata, perchè lo investono sui binari del treno...)
- il poveraccio ce la fa, ma la "migra" ( la polizia migratoria) lo becca sul più bello e viene deportato.

Tanti bambini adesso stanno partendo, da tutti i paesi del centroamerica, perchè i genitori pensano che per loro che sono piccini e incutono tenerezza sarà più facile, e che magari poi manderanno i soldi a casa.
Olga mi ha raccontato che il suo villaggio era bruttissimo, non c'era nemmeno una casa di cemento, ma negli ultimi 10 anni sta diventando bellissimo e costruiscono strade, case, ostelli, giardini, perchè la gente emigrata negli stati uniti manda tanti soldi ai propri familiari.
Olga ha provato per la prima volta a gennaio ad attraversare la frontiera: è partita da casa lasciando tutto ciò che portasse il suo nome, perchè se ti beccano è meglio non far sapere come ti chiami, se vuoi riprovarci. E' arrivata in messico in corriera, poi una notte con un gruppo di altri 8 è saltata su un treno merci, poi è saltata giù nel bel mezzo del deserto e si sono divisi, per essere meno visibili. ognuno doveva camminare da solo, e si sarebbero ritrovati in un punto preciso oltre la frontiera, dove il coyote li avrebbe caricati su un pick up e portati in una capannone a riposare. era faticoso, non si vedeva niente, era difficile orientarsi. I primi che sono arrivati, dopo poco sono stati catturati dalla migra, che furbescamente ha quindi deciso di aspettare che arrivassero anche gli altri, e li ha presi tutti. dopo una notte di carcere, per cercare di identificarli (Olga ha mentito e ha detto di essere messicana), sono stati riportati oltre la frontiera, a Tijuana. Lì Olga ha implorato i coyotes di farle provare di nuovo, perchè ormai aveva speso tutti i suoi risparmi. I coyotes l'hanno lasciata riposare a casa di uno di loro una settimana, e poi l'hanno fatta ripartire. questa volta il gruppo era più numeroso, diviso in gruppetti di due, a cui è stato dato un cellulare per poter essere guidati dentro il deserto e avvisati se c'erano poliziotti nei paraggi. Questa volta è andato tutto liscio, sono riusciti a passare la frontiera, ma dopo molte ore di cammino ancora non trovavano i coyote che li caricassero sul pick up, così Olga e la ragazza con cui viaggiava, assetate, stanche, spaventate, si sono consegnate nelle mani della Migra. Hanno però avuto l'idea intelligente, questa volta, di chiedere asilo politico. Perciò sono state arrestate, ma nel frattempo hanno cominciato le indagini per capire se Olga potesse veramente aspirare ad essere una rifugiata; evidentemente essere sola, senza soldi, senza speranze ed indigena non è sufficiente.
Così dopo 5 mesi di carcere Olga è stata deportata in Guatemala: quando mi ha raccontato il viaggio di rientro, in aereo, aveva le lacrime agli occhi. Anche se era triste, perchè non era riuscita nel suo sogno, era emozionatissima perchè è stato il suo primo ( e forse unico) viaggio in aereo. Appena arrivati in aeroporto, le autorità della polizia gatemalteca attendevano lei e tutti i deportati con una banda di marimba, lo strumento nazionale, e hanno suonato l'inno e tante altre canzoni. poi li hanno riuniti tutti in un salone per un discorso ufficiale "Grazie a Dio siete tornati, grazie a Dio siete vivi, ora siete qui nella vostra patria e cercate di fare del vostro meglio, le opportunità le troverete" e per consegnare un sacchetto con un panino, una merendina, una saponetta e un succo di frutta. Un bel bottino per una che cercava un lavoro per mantenersi e ha investito i suoi risparmi.

Ora Olga è convinta che è stata fortunatissima a trovare lavoro presso di noi (anche io sono convinta che siamo stati fortunati a trovarla), lavora come una matta, non si ferma mai, se mi giro sta stirando anche le mutande, e se mi rigiro sta svuotando il cassetto delle forchette e le sta lucidando una per una. Non sa dove sia l'Italia, mi fa mille domande e resta incantata quando le racconto che nel mio paese giravo in bicicletta, vuole imparare a cucinare la pasta, vuole insegnarmi a cucinare il pepiàn.
Ha un sacco di pretendenti che la chiamano dagli stati uniti (secondo me più per aere almeno un'ora di compagnia telefonica che per altro...mi immagino che vita fanno), tutti connazionali emigrati e disperati come lo era lei...la chiamano dopo le 21, perchè lei prima tiene il telefono spento tutto il giorno perchè dice "sul lavoro io voglio essere concentrata". Prova in mille modi a farsi benvolere da Blanca, che per fortuna in italiano (così non capisce) le risponde "lasciami stareeeeee", le canta la cucaracha o qualche inno religioso. Nel suo tempo libero (quando la costringo a prenderselo) legge la bibbia, le abbiamo regalato una radio ma più del canale evangelico non segue. La domenica, il suo giorno libero, va a messa con altre empleadas come lei, tutta tirata, con i suoi abiti migliori ( a casa nostra veste un'uniforme da cameriera), poi torna per le 5 e già si vuol rimettere a sistemare. quando  il primo giorno l'ho invitata a sedersi a tavola accanto a noi è stata sorpresa, ma ne è contenta, perchè in altre famiglie mangiava da sola in piedi in cucina, e non le stesse pietanze della famiglia.

Quando guardo Olga lavare i miei piatti sporchi, rifare i letti dei miei bimbi, lavare il giardino dalla sporcizia dei miei cani, mi domando cosa ho fatto di buono per meritarmi di essere da questa parte del mondo, dalla parte di quelli che pagano gli altri per fargli le cose (e non è che siamo ricchi!! io al momento sono senza lavoro!)...Voglio credere al caso, che però non è mica tanto giusto...